Storie a volte tragiche, che raccontano i sentimenti repressi nelle donne. I sentimenti che si possono scatenare in una donna creativa repressa che vede nel suo "capo" un individuo privo di sensibilità nonchè privo anche di quelle qualità che dovrebbe avere chi occupa il suo posto nel lavoro, possono essere molto forti, è il caso della storia associata alla Monstera:
"Primo piano, stanza 104 davanti alla porta chiusa lei si chiedeva cosa mai volesse e perché l’aveva convocata, un senso di rifiuto la prendeva allo stomaco come se qualcosa da dentro le stesse stringendo il diaframma. Bussò una, due, tre volte con attese di qualche secondo ognuna ma da dentro si sentiva solo un parlottare vago. Alla fine timidamente girò la maniglia e si affacciò nella stanza con lo sguardo interrogativo. Lui era alla scrivania davanti al computer ma parlava al telefono con qualcuno, la conversazione era iniziata forse da qualche minuto, le fece cenno di sedersi e aspettare e lei si sedette. Aspettava continuandosi a chiedersi cosa volesse, «sicuramente sarà qualche scocciatura» pensava, pensava e aspettava, guardando la finestra aperta dalla quale entrava la luce e una lieve brezza che annunciava l’estate vicina, la tenda si muoveva leggermente andandosi a scontrare con le grandi foglie della pianta di lato, una pianta grande, quasi maestosa con delle grandi foglie con dei buchi, una Monstera.
Quella pianta era lì da anni, silente e testimone di chissà quanti intrallazzi del suo «capo», perché lui era uno che intrallazzava molto, se potesse parlare quella pianta chissà quante ne racconterebbe, quanti imbrogli, quante meschinità. Per un attimo sembrava che la conversazione stesse per terminare e lei guardò lui ma niente, incurante ricominciava a parlare e parlare con il suo misterioso interlocutore, parlava come in codice, ovviamente lei non capiva nulla. «Perché mi ha chiamata se vuole stare al telefono?» pensava, il suo tempo era nulla per lui e la sua attesa dovuta.
Guardò di nuovo la pianta e desiderò di trasformarsi in una gigantesca monstera per poter ascoltare tutti gli imbrogli che lui faceva, le sue scenate ai sottoposti, i suoi commenti, desiderava avere delle lunghe radici aeree come quelle della pianta vicino alla finestra per poterlo avvolgere e stritolare, lui era un individuo sgradevole, arrogante e molto stronzo. A un certo punto avvenne, quello che lei aveva fantasticato stava avvenendo, le radici iniziarono ad avvolgere dapprima i piedi e poi le gambe sotto la scrivania, salendo lentamente verso il busto, lui non si era ancora accorto di nulla ma quando le radici cominciarono ad avvolgere le braccia e la mano sulla cornetta del telefono lui sbarrò gli occhi e guardò lei stupito, quando si rese conto di quello che stava avvenendo era ormai troppo tardi, troppo tardi, le radici lo avevano avvolto come una lunga corda su un grande rocchetto e stringevano sempre di più e lei a quel punto non poteva fare più nulla, era la Monstera."